VIAREGGIO. Oggi lunedì 23 luglio si è svolto presso la sede della Provincia di Lucca un incontro convocato dagli assessori provinciali al lavoro ed alle attività produttive sulla questione dei tagli previsti da Poste Italiane di alcuni uffici periferici e sull’intero sistema di recapito postale, nella nostra provincia come nel resto del paese.

All’incontro erano presenti le organizzazioni sindacali confederali e di categoria, le amministrazioni comunali interessate dalla soppressione degli uffici, i parlamentari eletti nella provincia ed i rappresentanti del territorio nel Consiglio Regionale Toscano.

“L’argomento caldo ed ormai noto è l’impianto di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, mai discusso e confrontato con alcuno, che prevede nella provincia la soppressione di 22 uffici postali e la riduzione di complessive 46 zone di recapito, con una perdita stimata di oltre 70 posizioni lavorative compresi i correlati servizi in appalto”, si legge in una nota scritta dai sindacati.

“Ma non si tratta solo dei posti di lavoro: è in gioco anche il mantenimento del servizio pubblico in zone dove la presenza del presidio postale è condizione essenziale di vivibilità per una popolazione prevalente anziana e già priva di altri sevizi che caratterizzano aree più densamente popolate.”

Le organizzazioni sindacali hanno appreso nell’occasione del prossimo incontro che il presidente della Regione Toscana è riuscito ad ottenere dalla Direzione di Poste Italiane per giovedì prossimo, così come hanno informato che l’apertura del conflitto sindacale – comunicato all’azienda il giorno 19 – ha di fatto temporaneamente sospeso il corso della ristrutturazione in attesa dell’espletamento del confronto.

“Come CGIL abbiamo chiesto ai parlamentari ed ai consiglieri regionali, ognuno per le proprie competenze, di farsi promotori nei confronti dell’azienda affinché il confronto istituzionale, che affiancherà quello sindacale, non si svolga esclusivamente a livello centralizzato, ma veda il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali dei territori ove più pesantemente si ripercuoteranno i disagi, con il coordinamento della Provincia di Lucca.”

Questa posizione, sostenuta dalle amministrazioni locali presenti, si rende necessaria perché rispetto ad un servizio pubblico “non si può pensare di chiudere gli uffici di Monte Fegatesi o Valpromaro trattando esclusivamente con le Amministrazioni nazionali o regionali perché lì sono i livelli di interlocuzione aziendale; e soprattutto in presenza di un piano complessivo che oltre alla chiusura di questa tipologia di uffici prevede anche la ristrutturazione e riduzione delle zone di recapito postale in tutto il territorio, aree metropolitane comprese.

“È presente il serio rischio che effetti meno pesanti su aree ad alta densità abitativa prevalgano nei confronti della totale soppressione del servizio nelle aree periferiche.

“Inoltre le amministrazioni locali, già sottoposte ai pesanti tagli di trasferimenti operati con le manovre di revisione del bilancio statale, con il decreto salva Italia e più recentemente con la ‘spending rewiew’, non sono nelle condizioni di poter in alcun modo sopperire al taglio di servizi obbligo di una azienda di natura privatistica, ma nello stesso tempo concessionaria di servizio pubblico e di totale proprietà dello Stato.”

CGIL ed SLC / CGIL sostengono inoltre che gli utili di Poste Italiane (846 milioni di euro nel 2011) dovrebbero consentire un miglioramento ed un estensione del servizio sul territorio nazionale e non, al contrario, originare una politica di tagli e soppressione dei posti di lavoro.

“Organizzazioni sindacali ed amministrazioni locali sono pronte ad un confronto serio, anche prendendo in considerazioni utili mediazioni che potrebbero emergere da un pieno coinvolgimento delle strutture sindacali e istituzionali nei livelli opportuni che sono quelli dei territori dove si vanno a proporre le modifiche e non quelli delle sedi direzionali di un azienda che, in virtù del servizio di pubblica utilità che svolge e degli utili che questo gli garantisce, deve appunto avviare un confronto vero con l’obbiettivo prioritario di un miglioramento del servizio su tutto il territorio.”

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